2003 - 2004 |
TEMA DELL’ANNO
Va’, e racconta quello che il Signore ti ha fatto
PROPOSTA DELL’ANNO
In ascolto delle “Biografie” di persone “come tante”.
Resoconto dell’incontro-Biografia del 15 gennaio 2004
Le nostre riflessioni hanno preso spunto dalla “biografia” di Rosanna, giovane che frequenta ed è impegnata nella nostra Parrocchia.
L’esperienza raccontata è quella del passaggio dal mondo dello studio a quello del lavoro e del problema dell’espressione della propria fede fra persone che “non si scelgono” e che, in generale, hanno concezioni della vita differenti. Sul lavoro si comincia a scoprire la diversità delle persone e dei modi di pensare.
Ecco per punti i contributi raccolti.
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Si fatica a parlare esplicitamente della propria fede, piuttosto si cerca/si preferisce dare una testimonianza attraverso il proprio comportamento: disponibilità, capacità di ascolto, priorità alle persone e alle loro difficoltà.
Problema del tempo: il lavoro assorbe la maggior parte del tempo di una giornata; è giusto far assorbire dal lavoro sempre più tempo ? “materiale” e mentale ?
Sul lavoro, a volte, il cristiano si trova a scegliere fra le esigenze/regole aziendali e la coerenza a “certi” principi/valori.
Non è importante riconoscersi o mostrarsi come cristiani sul lavoro, piuttosto è importante condividere l’umanità con tutti: il riconoscimento avviene “allo spezzare del pane”.
Vivere la fede semplicemente, nel modo che ci è possibile: le persone “riconoscono” dal “nostro modo di essere”.
Sempre nell’ambito normale del lavoro: vivere il cristianesimo non è fare cose diverse dagli altri, ma fare le stesse cose con uno stile diverso. Cercare di vivere l’incontro con le persone nel modo più spontaneo secondo lo stile che si è maturato, anche a rischio di andare contro-corrente. Stile dettato dall’amore per le persone e per la disponibilità all’amore.
Si è parlato dello “stile delle beatitudini” e accennato alle “motivazioni” di questo stile.
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VITA ASSOCIATIVA Dicembre 2003 - Viene approvato il nuovo Statuto.
Settembre 2004 - L’Azione Cattolica si ritrova a Loreto con il papa; le tre consegne: · Contemplazione; · Comunione; · Missione.
IN DIOCESI Inizia il Percorso Pastorale triennale per la diocesi proposto dal Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, Mi sarete testimoni - Il volto missionario della Chiesa di Milano. |
Abbiamo letto e commentato la LETTERA A DIOGNETO
NOTIZIE STORICHE
La "Lettera a Diogneto" o l'"A Diogneto" è un piccolo testo giunto fino a noi attraverso una storia travagliata e curiosa, famoso sia per il contenuto apologetico-dottrinale sia per la bellezza letteraria, per cui fu soprannominato "la perla dell'antichità cristiana".
L'autore del testo è sconosciuto, così come l'identità di Diogneto, che addirittura potrebbe essere invenzione dell'autore (Diogneto in greco significa "generato da Dio"). L'origine del testo si colloca fra la fine del II e l'inizio del III secolo. Si tratta solo di congetture (anche se ben fondate), in quanto il testo stranamente non viene citato in nessun altro scritto antico o medievale ed è stato ritrovato nel 1456 quando un giovane chierico latino, Tommaso d'Arezzo, che si trovava a Costantinopoli per studiare il greco, recuperò per caso dal banco di un pescivendolo un manoscritto greco destinato a fornire fogli per incartare il pesce!
IL TESTO
L'autore della lettera si propone (cap. 1) di rispondere a tre domande poste da Diogneto, un pagano desideroso di avvicinarsi al cristianesimo: quale è il Dio dei cristiani per cui hanno abbandonato il culto greco o quello giudaico?; quale è l'origine del loro straordinario amore fraterno?; perché questa religione è sorta così tardi nel mondo? Si sta chiedendo in pratica quale sia l'identità dei cristiani.
Dopo essersi infatti scagliato in modo piuttosto duro e un po' ironico contro la religione dei pagani e quella giudaica (cap. 2, 3, 4), elenca nel capitolo 5 le caratteristiche dei cristiani dei primi secoli… è lo stile del cristiano! Questo stile è poi riassunto nella famosa formula: "Come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani" (cap.6). Questo rappresenta il centro del testo e il fulcro della discussione. "I cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo": con questa immagine l'autore descrive il paradosso dei cristiani, divisi tra le esigenze di incarnazione e di trascendenza. E da questo nasce il ruolo positivo e salvifico dei cristiani nel mondo, per cui essi vivono le realtà terrestri, vivificandole dall'interno col loro stile di vita e al tempo stesso trascendendole, scongiurando così il pericolo di rimanerne prigionieri.
Solo a questo punto, dopo aver mostrato la presenza di Dio tutti i giorni nella vita dei cristiani, l'autore volge il discorso al mistero dell'incarnazione (cap. 7, 8, 9) e svela che tutto ciò non è frutto degli uomini ma è Dio stesso che si è rivelato.
Successivamente, nel capitolo 10, l'autore esorta Diogneto a desiderare la fede, così da ottenere la conoscenza del Padre e l'incommensurabile gioia e amore che da questa deriva. Ed è poi questo amore verso Dio che lo spingerà a farsi imitatore di Dio e della sua bontà, ad essere Dio per gli altri.
I capitoli 11 e 12 sono probabilmente frammenti di un altro scritto che la storia ha accostato a questa lettera. In essi si parla del ruolo della Chiesa nel tramandare ed arricchire la Rivelazione (11) e del rapporto tra conoscenza e vita (12).
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Azione Cattolica
Parrocchia Ss.Mm. Nereo e Achilleo — Decanato Città Studi — Milano
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